lunedì 4 marzo 2013

Pagine fumetto




L'esercito di Spartaco impedisce ai Romani di sopraffare Gannico e i suoi uomini.





Prima dell'ultima battaglia di Spartaco.


martedì 19 febbraio 2013

Cosa scrivono del fumetto...



Questo fumetto racchiude genialità e ricerca storica ben approfondita sulla figura di Spartaco, esaltandone il coraggio, la forza d’animo e l’elevato senso di giustizia.
Il lavoro di James Fantauzzi ci ricorda pagina dopo pagina che Spartaco fu, prima che un eroe, un uomo ridotto in schiavitu’ e la cui libertà venne rubata e violata; dalla sofferenza e dalla privazione nacque in lui quello spirito di ribellione e quella voglia di rivalsa che lo guidarono poi in imprese straordinarie e incredibili.
L'autore denota estrema sensibilità, acutezza, spirito artistico e ci ricorda che Spartaco è stato ed è un esempio per tutti gli uomini .
Ottimi i disegni e il lavoro di sintesi nell'esporre gli eventi. Consigliatissimo a tutti, specie ai giovani che purtroppo conoscono poco o in minima parte la Storia, che troppo spesso viene insegnata nelle scuole in maniera superficiale e approssimativa, senza che venga dato allo studente uno stimolo adeguato. Questa graphic novel potrebbe essere un mezzo innovativo per presentare una piccola fetta di storia.

Laura Grandini

Tratto da:






Non so chi sia l'autore ma riconosco, in qualità di storico, che il fumetto è ben fatto e riproduce fedelmente la vita di Spartaco, dalla nascita fino alla sua morte. E’ palese che Fantauzzi abbia fatto una ricerca molto approfondita sulla vita del gladiatore trace e questo è un altro merito suo. Nella bibliografia ha infatti elencato tutti i riferimenti classici che hanno avuto un approccio didattico con il protagonista, non disdegnando però alcuni contributi moderni. Il fumetto può davvero diventare uno strumento potente e accattivante per imparare la storia. Forse la qualità del lettering non è proprio eccezionale verso la fine dell’opera ma è, almeno per me, davvero trascurabile di fronte alla bellezza di ciò che considero, senza paura di esagerare, nel complesso un capolavoro. 
G.T.

Tratto da:

http://www.ciao.it/Spartacus_L_eroe_della_liberta_La_vera_storia_del_gladiatore_che_sfido_l_impero_James_Fantauzzi__Opinione_1512583




Ho letto il fumetto ed è forse la prima volta che viene scritta una graphic novel sulla vita di Spartaco basandosi esclusivamente sulle fonti storiche. L'opera, il cui contenuto è davvero crudo e violento, non è romanzata e definirla capolavoro è davvero poco. Lo consiglio a tutti gli appassionati di storia e non.
Voto: 5 / 5

Franca D.
  Tratto da:

http://www.ibs.it/code/9788863581683/fantauzzi-james/spartacus-eroe-della.html

rande graphic novel e... soprattutto molto utile!!!


8 marzo 2013

Ho sempre odiato la Storia a scuola ma riconosco che leggere un fumetto così accattivante, anche se troppo violento per i miei gusti, ti fa avvicinare a tale materia con una curiosità inaspettata. Finalmente, grazie a questa graphic novel, scopro la vita di Spartaco come riportata dai classici e non posso non riconoscere che la sua figura, eroica e romantica allo stesso tempo, fu davvero straordinaria oltre ad essere di un'attualità disarmante, nonostante siano trascorsi più di 2080 anni. Consigliatissimo!

Gran bel fumetto…più che un fumetto è una croni-storia dello schiavo che sfidò Roma e che diventò il simbolo della libertà. In questa opera l’autore cerca di far capire come il famoso trace, oltre ad essere un abile combattente e stratega militare, fosse anche una persona ricca di moralità; concetti come la libertà, la condivisione dei “bottini” di guerra, il rispetto verso donne, vecchi e bambini, stonavano quasi in un epoca segnata dalle sottomissioni dei popoli all’impero più forte. Tutto ciò è descritto da James, non solo inserendo tutti i riferimenti storici spulciati tra le biblioteche del Centro-Sud Italia ma anche sfoggiando un’elevata abilità artistica. 
Un fumetto da leggere tutto d’un fiato anche se alla fine, purtroppo, lascia l’amaro in bocca; diceva Paulo Coelho ne “Lo Zahir” : “Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto; porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù. L'unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso...anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime”.
     
Donato Celenta, SA














Fumetto molto particolare. Atipico direi. Bello, duro, a tratti cupo, a tratti maledetto, a tratti idillico … il ritratto perfetto del gladiatore Spartaco … e del suo mitologico disegnatore. Sei un mito James!

Lucia




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AnonimoUn fumetto che andrebbe sfruttato come test scolastico nelle ore di storia o di filosofia.

G.M.













Anonimo 
Ho l'onore di conoscere da sempre il mio conterraneo James, autore del fumetto, e garantisco che la sua figura è di un livello anche superiore a quella di Spartaco. Sempre in prima fila per le battaglie di civiltà e contro le ingiustizie sociali ma sempre nell’ombra per evitare protagonismi o strumentalizzazioni. Un “old boy” che ci spinge indirettamente a vergognarci per le nostre nullità e la nostra mediocrità ma che ci rende orgogliosi quando lo incontriamo per una birra quelle poche volte all’anno.
Grazie Jimmy

Tonino













Spartacus. L'eroe della libertà, un fumetto storico di Fantauzzi James


 Scritto da: -

Spartacus. L'eroe della libertà, un fumetto storico di Fantauzzi James

Spartacus. L’eroe della libertà. La vera storia del gladiatore che sfidò l’impero è il lungo titolo di un volume pubblicato circa un anno fa e che ha portato sotto i riflettori il gladiatore più famoso del mondo. L’autore del graphic novel (euro 8,50 per 190 pagine illustrate) è Fantauzzi James, il quale ha preso in considerazione Spartaco ed ha invitato i lettori a partecipare ad un vero e proprio viaggio grafico sulla sua vita, dalla nascita alla morte avvenuta in Campania nell’alta Valle del Sele. Chi è veramente questo schiavo che sfidò l’impero romano, ma che trovò in Crasso il generale dell’urbe che pose fine alla sua incredibile impresa durata 3 anni? Il fumetto in questione offre risposte chiare ed attendibili, poiché l’autore si è basato esclusivamente sulle fonti storiche che hanno descritto le gesta del “l’eroe della libertà”, senza schiacciare con la fantasia la verità storica.
Per questo Spartacus. L’eroe della libertà ha un sapore particolare, riuscendo ad offrire una visione reale di quel mito diventato simbolo senza tempo della lotta di liberazione. In giro non esistono molte opere del genere, lavori che fondono il fumetto a vere e proprie lezioni di storia, tenendo conto con serietà assoluta delle fonti storiche classiche così come sono state trattate dalla moderna storiografia. Anche per questo il fumetto ha richiesto 3 anni di lavoro. Fantauzzi James, inoltre, lo ha dedicato alla memoria del suo concittadino e lontano parente Giuseppe Bifolchi, deceduto nel 1978, che definisce “uno Spartaco dei nostri tempi”.
Per vedere alcune immagini dell’opera cliccate qui, mentre qui troverete la prefazione integrale scritta da Romolo Liberale. Quest’ultimo ha così descritto questo prodotto:
James Fantauzzi si è improvvisato, con indubbia maestria, storico e disegnatore… Posso dire con certezza – questo sì – che vi è un accorto dosaggio tra parola e immagine le quali insieme concorrono a dar senso di compiutezza espressiva ad un evento tanto lontano a misura di storia e tanto vicino alla nostra quotidiana vita di relazione. Si è lungamente dissertato sul senso della rivolta per cercare in essa le connotazioni della rivoluzione.
Ci sono fumetti che non vanno persi di vista e che vi invitiamo a segnalarci così come ha fatto Federica Grani che ci ha suggerito di dare uno sguardo a questo graphic novel edito da Phasar, scritto e disegnato da un abruzzese innamorato della storia classica e degli eroi.

Tratto dal link: http://www.comicsblog.it/post/84905/spartacus-leroe-della-liberta-un-fumetto-storico-di-fantauzzi-james




Il mio collega non smetterà mai di stupirmi: psicologo, musicista, ora anche fumettista esperto di storia!!! Cosa dovrò ancora aspettarmi da James? L'invenzione del secolo? Il fumetto è ben fatto, anche se quello storico non è il mio genere . Ad ogni modo, pretendo un autografo appena ci vediamo.
Un caloroso abbraccio.

Rosy



A dimostrazione del fatto che noi abruzzesi, spesso equiparati a provinciali, pastori, retrogradi, ecc, possiamo anche fare cultura. Grazie di cuore a James Fantauzzi.
  
Giovanni Iacobucci - Pescara



Ti pareva che mio cugino non dovesse ancora stupirmi!!! Non ho parole ... e comunque anche io voglio un autografo, mio bonazzo….

TVB e mi manchi tanto.

A.V.














L’opera pecca un po’ nella grafica (caratteri forse un po’ piccoli, specialmente verso la fine del fumetto) ma sono assolutamente d’accordo nel dire che, chi vuole conoscere la storia del gladiatore Spartaco al netto delle fantasie e degli abbellimenti che hanno caratterizzato il personaggio negli ultimi decenni, questo fumetto rappresenta un tesoro dal valore storico inestimabile per la cura quasi ossessiva della ricerca storiografica nella quale si è immerso il suo autore.
Complimenti vivissimi a James.

Sergio Fauzìa





Opera realizzata da un “non disegnatore” che conosco molto bene anche personalmente. Non conoscevo la storia di questo eroe del mondo antico se non nella sua versione cinematografica di Kubrickiana memoria. A dir il vero, come sottolinea giustamente Fantauzzi, la storia vera descritta dai classici ci offre un quadro di Spartaco molto più affascinante rispetto alle varie versioni romanzate degli ultimi decenni ed io credo che questo fumetto faccia davvero capire l’importanza che ha avuto il gladiatore trace nella formazione culturale della nostra epoca, o meglio, una parte di quella sensibilità, sempre più spesso denigrata e boicottata dai nuovi poteri forti che dominano e controllano questo mondo, in quanto pone al centro dell’universo non il Dio denaro o un Dio spirituale ma l’uomo, la solidarietà, la fratellanza tra i popoli e la libertà. Solo una persona colta, sensibile e “profonda” come James poteva a mio avviso trasmettere questo concetto e questo filo logico senza far cadere l’opera in un degradato, banale e volgare peplum al quale siamo stati abituati per troppo tempo.
Mi congratulo davvero con cuore con l’autore e gradirei anche io un autografo se possibile.

Alessio Narni


  

Ho comprato questo libro per curiosità e posso esprimere il mio parere positivo per un libro che ci riporta nei tempi dell'antica Roma narrandoci la storia documentata e non romanzata di questo personaggio che così tanto ha affascinato l'autore e che, se non vi/ci spingerà a approfondirne le gesta, almeno servirà a tracciare i contorni di un capitolo della nostra storia.

Mirko P.



Il fumetto descrive la reale storia di Spartaco attenendosi fedelmente a quanto scrittori e storici hanno tramandato sull’argomento. Emerge infatti quasi in ogni tavola l’impegno di approfondimento e studio dell’autore. Dispiace invece sapere, che molti aspetti della spedizione di Spartaco non sono stati da nessuno riportati e quindi rimarranno probabilmente nell’oblio per sempre, a meno di nuove esilaranti scoperte.

Fin dalle prime pagine, ci viene mostrato un originalissimo parallelo tra il neonato di “una famiglia di pastori-guerrieri” e il “pargolo ebreo”, tra Spartaco e Gesù. Significativo in tal senso la presenza all’interno della stessa tavola di due scene speculari: i due protagonisti di spalle, i seguaci in adorante ascolto e le battute identiche nel loro significato finale; entrambi esortano a non accumulare i tesori della terra e al rispetto verso gli altri per il raggiungimento della libertà, terrena per uno, divina per l’altro.

Consiglio questo fumetto a tutti, agli amanti della figura di Spartaco ma anche ai non appassionati. E’ una storia avvincente e da leggere tutto in un fiato grazie all’abilità dell’autore che è riuscito con il suo disegno a creare un aspettativa nel lettore che viene catapultato indietro nel tempo, dentro quella storia, preso da quelle immagini di uomini e donne forse troppo violente in alcune scene, ma dalle cui espressioni si leggono le emozioni di stupore, vendetta, speranza..

Buona lettura, quindi.

Cinzia M.




Le gesta del gladiatore Spartaco nel fumetto di Fantauzzi


L'opera di Fantauzzi, originario di Balsorano, è dedicata al partigiano Bifolchi, "uno Spartaco dei nostri tempi"



spartacus.png
BALSORANO. James Fantauzzi, originario di Balsorano, ha pubblicato “Spartacus. L’eroe della libertà”, un graphic novel sul più famoso gladiatore della storia.

L’opera di Fantauzzi narra, attraverso immagini e parole, le gesta di Spartaco, lo schiavo entrato nel mito e diventato simbolo senza tempo della lotte per la liberazione. Un’opera, quella dell’autore rovetano, a metà tra il fumetto e la storia illustrata, che prende come riferimento le fonti storiche classiche e i contributi della moderna storiografia.

James Fantauzzi è nato a Lione, in Francia. Qui ha vissuto anche la sua infanzia che l’ha visto da subito appassionarsi ai fumetti. Batman il suo supereroe preferito, ma non ha mai disdegnato neanche le avventure dell’universo Marvel.
All’età di 11 anni i suoi genitori decidono di tornare nel loro paese di origine, Balsorano. Nel piccolo centro rovetano l’artista trascorre la sua adolescenza e scopre un’altra grande passione, il rock.
Oggi Fantauzzi vive e lavora a Roma come impiegato nel settore delle telecomunicazioni, ma non ha comunque rinunciato alle passioni che ha scoperto da adolescente. Suona, infatti, la chitarra elettrica in una band di rock alternativo e disegna.

Pagina Spartacus.jpgIn “Spartacus”, edito da Phasar Edizioni e disponibile in tutti i negozi online, Fantauzzi trasforma in immagini ciò che raccontano gli storici classici, da Plutarco ad Appiano, passando per Sallustio, sulla vita di Spartaco. A parte la presenza di pochissimi personaggi inventati, il graphic novel si basa esclusivamente sulle fonti storiche ed è fedele alla storia del ribelle gladiatore che, come ha dichiarato lo stesso Fantauzzi, «è già una storia perfetta di per sé».

Il fumetto, che ha richiesto 3 anni di lavoro, è dedicato dall’autore alla memoria del suo concittadino nonché lontano parente Giuseppe Bifolchi, noto partigiano morto nel 1978, anch’egli autore di un saggio su Spartaco e che Fantauzzi definisce “uno Spartaco dei nostri tempi”.
 Sempre ad opera di Fantauzzi è da poco uscito un ebook, un fumetto digitale dal titolo “L’Eretica” che racchiude horror, storia, femminismo, antimilitarismo e anticlericalismo. (Mc.dB.)


Tratto dal sito di Avezzano informa:



Non ho parole!!! E' un capolavoro assoluto considerando che James non è un disegnatore professionista. Sono stupita!!!
Veronica Bella



Spartacus è un'opera davvero titanica e finalmente senza invenzioni... Consigliatissimo per gli appassionati di storia e di giustizia sociale.


Albertino



Ciao James, come concordato precedentemente e dopo che ci hanno concesso finalmente l'aula, è confermato l'appuntamento per sabato 1 febbraio dove ti aspettiamo con gli amici italiani di Berlino nel luogo stabilito per la tua presentazione della graphic novel Spartacus (e, perché no, una breve presentazione dell'Eretica). Date le condizioni stabilite, non puoi non venire! :-) Ti aspettiamo con gioia e speriamo che saremo in tanti!
Un abbraccio.


Mariapia, Sara, Michael, Agnese e Nazzareno (Berlino)






                        PRESENTAZIONE DEL MIO NUOVO FUMETTO



Vi presento la copertina e il retro del mio prossimo lavoro in lingua francese sulle ultime ore di vita della Bestia del Gévaudan... Seguirà una versione italiana non prima dell'estate 2014. Più di cento copie già prenotate dai negozi della regione francese dove si sono svolti i fatti più di 250 anni fa. 
Ci sarà, oltre alla versione cartacea, anche quella digitale (Ebook). Mi raccomando... ;-)
PS
Ne approfitto per ringraziarvi per il vostro calore... siete in tanti davvero!!!
Un abbraccio
J.F.








Il blog del nuovo fumetto è, o meglio sarà,  il seguente: http://jeanchastel.blogspot.com/





La storia di Spartacus, egregiamente rappresentata in questo fumetto, ci fa capire bene quanto questo personaggio sia stato davvero leggendario anche se qui parliamo, per l’appunto, di fatti storici. Tra l’altro, gli autori classici che narrano di lui non nutrivano certamente simpatie per il gladiatore ribelle ma ne rimarcavano obbiettivamente le virtù: coraggio, forza, bellezza, altruismo, amore per i più deboli, insofferenza verso la schiavitù e il potere che la attua. James esalta graficamente queste componenti e non possiamo non condividere il giudizio che ne fece Marx sullo schiavo ribelle: Spartaco è l'uomo più folgorante della storia antica. Un grande generale (non come Garibaldi), un personaggio nobile, veramente rappresentativo del proletariato dell'antichità. 

Diana L.





Opera titanica come titanico fu il protagonista della storia che ha anticipato le idee degli illuministi 2000 anni prima. Grazie a questo fumetto ho conosciuto il vero Spartaco evitando di sbadigliare davanti la lettura della biografia di Plutarco. Grazie per questa perla, James.

Anna S.



Opera imponente di un autore che, leggendo la sua biografia, abbraccia l'arte (e non solo) a 360° con passione e costanza. Grazie a questo fumetto ho finalmente imparato a conoscere il vero Spartaco così come ce lo descrivono i classici.
Grazie di cuore a Fantauzzi per questa importantissima perla di cultura.

Rita L. (Fi)






E' già disponibile presso molti store la versione cartacea del mio ultimo lavoro: "Chastel, le vainqueur du Gévaudan", che narra le ultime ore di vita della bestia che "mangiava la gente" tra il 1764 e il 1767, nella Francia pre Rivoluzione. http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chastel-vainqueur-fantauzzi.html

J.F.




Trovo la storia molto avvincente, con i fumetti poi e' come se ti immedesimassi nelle scene, per questo alcune sono abbastanza dure da vedere!!! Però quello che non riesco a capire e' perché in ogni guerra giusta o sbagliata che sia il principio, chi ne fa le spese sono sempre donne e bambini!!! Perché sempre questa violenza gratuita verso i deboli??? Il pensiero di Spartacus era giusto, però non era lo stesso pensiero che condividevano i suoi uomini, saccheggi, violenze, non erano migliori di chi combattevano!!! Lui ha dato la vita per qualcosa in cui credeva, ma per cosa??? Per costringere a vivere gli ultimi superstiti come dei banditi per poi finire di essere sterminati??? Forse servivano più' Spartacus! Avremmo letto una storia molto diversa!! La cosa positiva e' che liberando gli schiavi ha dato loro l'opportunità di decidere della propria vita e nel momento in cui sono morti lo hanno fatto da uomini liberi!!!

Marina Cicchinelli






Un bellissimo regalo da un degno e prezioso fan di Spartacus, Gianluca Zelli. Grazie, mitico Gianluca!










Non posso crederci! Dopo 10 anni esatti, ti ritrovo in veste di disegnatore di fumetto. Da musicista punk rock a fumettista storico: ho scoperto infatti casualmente il tuo graphic novel in rete e l’ho subito acquistato (e letto). Non ho parole. Lo ha letto anche mio zio che lavora in Germania (è un critico cinematografico) e dice che hai l’occhio e l’estro di un regista… come non dargli ragione!!! Scommetti che tra 10 anni avrai realizzato un film? Spartacus è bellissimo… semplice nella sua realizzazione ma bellissimo nell’illuminare le gesta di un uomo grandioso dell’antichità.


Rino (AQ)




Egregio Dott. Fantauzzi,

lo scorso week end mi sono recata a Sandanski, in Bulgaria, per un meeting internazionale sull’alcolismo e camminando per le strade della città m’imbatto in un monumento che mi ha subito fatto pensare alla sua semplice ma imponente opera che ho letto con piacere, Spartacus. Vi è, infatti, una magnifica statua che lo raffigura ed ho subito pensato a una frase di Plutarco che lei ha riportato sul suo graphic novel: era bello, alto, intelligente e gentile, più simile a un greco che a uno spietato guerriero trace. Ho chiesto informazioni in giro e quelli più colti mi hanno risposto che Spartaco è nato nei dintorni ma sono sicura che lei lo sapeva già. Mi sono permessa di pubblicizzare la sua opera tra i colleghi presenti, non solo quelli Bulgari, i quali hanno apprezzato. Ne approfitto anche per complimentarmi per la sua opera e per salutarla.


Dott.ssa Palumbo





In ricordo di un amico che non c'è più...


Bonjour James,
J'ai bien reçu ta BD ce matin et je t'en remercie vivement. La dédicace est trop élogieuse! C'est beaucoup plus ta BD qui mérite des éloges. Je suis bluffé.
FANTAstique et FANTAuzzi commencent de la même manière.
J'ai l'impression d'avoir dans les mains un collector, car je ne doute pas que tu va continuer......c'est peut être ta véritable vocation qui fait la synthèse de tout ce que tu as pu explorer.
Je ne connais rien à l'italien, mais je m'efforcerai de la lire avec un dictionnaire à la main.
Par contre il y a une dynamique et des plans, des profondeurs avec des flous, qui font comprendre que le scénario est très construit et efficace, les images parlent d'elles mêmes.
Il y a quelques années je t'aurai dit que la mante religieuse n'était pas proportionnée aux mains qui la tiennent , mais je me suis débarrassé depuis un moment, de ma rigueur d'ingénieur, pour comprendre que l'expression humaine est plus faite de subjectivité que d'objectivité , et ces disproportions ne me choquent plus , elles sont même riches d'enseignement.
J'ai eu la chance de voir ma première mante religieuse dans mon jardin il y a un an et demi et je l'ai effectivement laissée parcourir mon gant comme le fait ton personnage.
Pour parler dessin , tu vas me dire que tu n'est pas un dessinateur.
Pour être franc, il y a très ,très, très peu de dessins où un personnage manque d'expression.
Regarde d'ailleurs le travail de professionnels reconnu sur les images Astérix que je te joins.
La seule remarque que je pourrais faire et que personnellement, je n'aurais pas mis des planches en format horizontal ( dit paysage) dans une BD majoritairement en format vertical ( dit portrait ). Je comprend la raison qui est de donner encore plus de champ à une scène, mais cela oblige à tourner le livre et je pense que cela casse un peu la fluidité de la lecture. 
Bravo encore et merci.

Michel Pranal
    



Salve, insegno storia e italiano in una città francese. Ho chiesto e ottenuto dal direttore di poter integrare il suo bellissimo fumetto sulla vita di Spartaco. Complimenti sinceri. Distinti saluti

Marelli Giovanni  




Un sentito e doveroso ringraziamento ai ragazzi del liceo Gallotta di Eboli (SA) per la magnifica, emozionante e indimenticabile giornata che hanno dedicato alla presentazione del mio fumetto Spartacus. Non vi dimenticherò per tutta la vita. In bocca al lupo ragazzi!

J.F.



Gentile Fantauzzi, lei non sarà un professionisita fumettista come ha già sottolineato nella sua bella prefazione (io dissento da tale affermazione) ma se tutti i fumettisti "veri" fossero sensibili, colti e estrosi come lei, l'arte mondiale sarebbe qualitativamente più ricca, considerando i crossover sempre più stretti e evidenti tra cinema, fumetti e altre espressioni visive. Congratulazioni.

Dott. D'Angelo  



Davvero un'opera imponente che ti fa onore, James. Si vede che dietro ci sono forse anni di studio e ricerche. Di sicuro, da oggi Spartacus mi è molto simpatico mentre il suo autore lo è ancora di più. Il mondo dell'arte e della cultura ti ringraziano.

Beatrice F. Roma











martedì 5 febbraio 2013

Prefazione di Dina e Francesco Ficetola

 
Un fumetto sulla storia del guerriero Spartaco, sulla mia terra. Opera unica ed originale, realizzata ancora una volta da chi non vive nella nostra Irpinia, ma che si innamora della sua storia e cultura, oltre che della bellezza del paesaggio. Brillante l'idea di rappresentare un fatto storico con fumetti, sicuramente di più immediata ed interessante fruizione. Una passione che l'abruzzese James Fantauzzi ha saputo trasmettere con il vivo entusiasmo, valorizzando una vicenda del nostro passato che si era persa nei pochissimi libri che ce l'hanno tramandata.
Volendo citare Cicerone, personaggio celebre del periodo storico in cui ci collochiamo: “La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell'antichità ”. Lo scenario è quello della valle del Sele, al confine tra l'Irpinia e la Lucania, che vanta una storia millenaria, con i suoi territori abitati molto prima dell'epoca pre-cristiana, che offriva (ed offre ancora) tante ricchezze di pascolo e di coltivazione, lambite dal fiume omonimo che nei secoli ha marcato il suo passaggio fino alle foci di Poseidonia, l'attuale Paestum, antichissima città della Magna Grecia. Non dimentichiamo che la valle del Sele era la zona di confine tra varie popolazioni, tra cui Sanniti, Osci e Lucani, prima acerrime nemiche dei Romani e poi, sottomesse, diventate i loro punti di forza per garantire la stabilità politica del territorio. Una terra che viene citata persino da Virgilio nell'Eneide, luogo del tempio dedicato alla dea Mefite, dove lui riteneva ci fosse una delle porte per accedere all’Inferno. La posizione strategica del territorio ha permesso all'esercito romano di attaccare Spartaco e il suo esercito di ribelli, nella località che ancora oggi prende il nome di Témete, dove si incontra il fiume Zagarone di Calabritto con il Sele che nasce a pochi km a Caposele. Qui Spartaco, spronando i suoi guerrieri avrebbe urlato “Temète!” contro i Romani che li accerchiarono e trovò la morte nell'ultima battaglia, probabilmente nella vicina Lucania, rimanendo tuttavia nella storia come eroe difensore del diritto legittimo della libertà.
Un grazie di cuore a James per averci regalato questo suo omaggio artistico. Purtroppo sono poche le iniziative locali intraprese per divulgare e, soprattutto, guidare le nuove generazioni alla scoperta degli stupendi posti, che molti sono, nella valle del Sele.
Con la speranza che questo suo lavoro possa spronare la volontà e l'interesse per la realizzazione di tantissimi altri.
“Il nostro unico dovere nei confronti della storia è di riscriverla” (Oscar Wilde).
Francesco Ficetola


La Valle del Sele, terra ricca di verde, di acque, di risorse ancora tutte da sfruttare, popolata da una miriade di centri abitati che vantano tutti una storia ricca di eventi. Averne l'egemonia in un posto dalla particolare posizione strategica, era un prestigio per i signori della nostra terra, motivo per cui alcuni dei personaggi più importanti della storia hanno avuto a che fare con questa valle. Tra questi Spartaco, il Trace ribelle a capo di centomila schiavi in ribellione contro Roma, simbolo della lotta per la libertà, contro ogni tipo di soggezione, “lo schiavo che sfidò l'impero ”, il “gladiatore di Capua e delle guerre servili” .
La Valle con il suo fiume ne ha scritto la storia: Plinio, Strabone, Aristotele, Silio Italico, Prisciano, Virgilio sono solo alcuni di quegli autori dell'antichità che parlarono delle sue sorgenti meravigliose, acque che per la presenza di carbonati calorici, rivestendo gli oggetti che vi restavano lungamente in deposito, quasi “cangiava in pietra le foglie e i legni”, virgulti e foglie “lapidescunt” diceva Plinio. Orgoglio della popolazione della nostra valle che ora, come ogni cosa, è destinato a morire, per i continui prelievi dei vari acquedotti, che hanno finito con l'esaurire anche i suoi affluenti, ridotti ormai a delle semplici “perdite d'acqua”. L'alta Valle del Sele, tra l'Irpinia e la Lucania, vide fiorire nel suo grembo numerosi villaggi con templi rinomati, in piccoli agglomerati di case, poco distanti tra loro e confederati, numerosissimi i latifondi. Essa fu compresa nell'antica Lucania per molti secoli e per tutto il periodo della decadenza dell'Impero Romano. È oggi una vasta conca a forma irregolare triangolare, delimitata dal robusto massiccio del Cervialto ad ovest, dal frastagliato preappennino ad est, dalla Sella di Conza a nord e dalla gola del passo di Contursi a sud. In fondo ad essa il fiume, che scorre lento e tacito nel suo letto ciottoloso, con improvvise curve e ampie linee spezzate, sempre accompagnato da una lussureggiante vegetazione. Acqua, le sue colline, vite e ulivo tra le risorse più importanti, i paesi che si susseguono in modo quasi regolare, la caratterizzano. Oggi, però, questo scenario idilliaco spesso non lo si riconosce più: la terra è squarciata dalle ruspe, le colline spesso sono spoglie, si scorgono nuove pianure senza vegetazione, da cui sbucano cannoni industriali e ciminiere di fabbriche.
Ed è proprio qui che il nostro eroe, pare, avesse combattuto una delle più cruenti battaglie contro il generale romano Licinio Crasso nel I sec. a.C. Il lavoro degli schiavi era importante per l'economia romana del periodo, diventata capitalista e ormai, stanchi delle continue angherie quotidiane, gli schiavi non volevano miseramente giacere alla base della piramide sociale; desideravano soprattutto essere uomini come tutti gli altri e non “cose ” come lo stesso diritto romano li considerava.
Spartaco, dapprima soldato romano, secondo la storiografia ufficiale, fu fatto schiavo per diserzione; grande di statura, fu destinato ai ludi gladiatori, con buona intelligenza e discrete doti di strategia, ci ricorda Plutarco nelle Vite parallele . La battaglia finale che vide la sconfitta e la morte di Spartaco nel 71 a. C si svolse nei pressi delle sorgenti del fiume, in particolare sulla riva destra ("ad caput Sylaris fluminis "), approssimativamente tra i territori attuali dei comuni di Caposele, Calabritto, Quaglietta, Senerchia, Oliveto Citra, in quella Alta Valle del Sele che a quel tempo faceva parte della Lucania. In quest'area, nei decenni passati, ci sono stati ritrovamenti di armature, corazze e spade di epoca romana.
Gentile e carismatico, Spartaco divenne un personaggio leggendario, un emblema dell'eroe idealista capace di lottare titanicamente in nome della libertà e di sconfiggere i più forti eserciti del mondo grazie allo slancio ideale più che alle armi.
Lodevole l'iniziativa di un'opera che attiene alle gesta di un uomo che da schiavo diventa condottiero, simbolo della schiavitù in tutte le sue sfaccettature, da quella reale e concreta a quella psicologica e introspettiva, un viaggio dell'individuo, tra realtà e inconscio, che anela alla libertà, senza costrizioni, senza soprusi, teso alla piena realizzazione di sé.
Perché come dice Cicerone, « La libertà non consiste nell'avere un buon padrone, ma nel non averne
affatto ».
(Marco Tullio Cicerone, La Repubblica).
Ficetola Dina

venerdì 1 febbraio 2013

Prefazione di Romolo Liberale sul fumetto Spartacus di fantauzzi J.

SPARTACO: la storia  si fa leggenda

   Dire Spartaco a fumetti, é impresa, nello stesso tempo, originale e audace per le implicazioni che comporta sul piano del ritmo narrativo, ma innanzitutto della evocazione, nell’immaginario del lettore, e specialmente dei giovani a cui la pubblicazione è prevalentemente indirizzata, di una figura che giganteggia nella storia quale riferimento imprescindibile del secolare sogno di libertà che ha attraversato (e non finirà mai di farlo) il pensiero e il gesto dell’uomo che vive l’impegno nel presente come seme fecondo del futuro.
   James Fantauzzi, obbedendo ad un impulso a lungo meditato per le vie della corrispondenza della figura dell’eroe ribelle con la propria carica di idealità libertarie, lo ha fatto e lo ha fatto bene. E in questo sta la ragione per cui, una storia raccontata in queste pagine, non va ripetuta nel succinto spazio di una recensione, ma sottolineata nei passaggi fondamentali solo per stimolare in chi legge un più alto livello di attenzione e una più fervida partecipazione emotiva alla vicenda di un protagonista il quale, camminando per le vie della storia, si eleva a mito e leggenda.
   E’ il lucignolo che si fa fiamma e divampa in un fuoco che ha scosso la mente e il cuore  di quanti degli aneliti della libertà fanno motivo di vita giustificando così la propria presenza nel modo e in relazione al quale non sentirsi inquilino passivo, ma partecipe protagonista.
   Anch’io, scrivendo questa nota, sono decisamente condizionato dalla mie inquiete riflessioni sul destino dell’uomo in rapporto alla storia –  i saggi l’hanno definita la più difficile delle scienze – che è madre generatrice di pensamenti, riflessioni, emozioni; e che suggerisce, di conseguenza, scelte e partecipazione.
   La figura di Spartaco ha affascinato nei secoli quanti della dignità dell’uomo, del riscatto da ogni forma di schiavitù, del pieno realizzarsi della persona, hanno fatto il loro terreno di meditazione e di lotta. Immagino Marx chino a scrivere all’amico Engels, con Spartaco nel pensiero, la sua ammirazione per il giovane pastore che si fa soldato, da soldato ribelle, da ribelle condottiero di un esercito di poveri che fa tremare la potente Roma. Colui che viene definito “grande generale”, “migliore protagonista della storia antica”, “genuino rappresentante dell’antico proletariato”, trova spazio finanche nelle pagine di Plutarco che ne sintetizza un limpido e appassionato ritratto per dire che “era estremamente forte e serio, intelligente e chiaroveggente”. e che il suo aspetto era quello “più di un greco che di un barbaro”.
   La storia ha reso a Spartaco uno spazio che si è sempre più dilatato nei secoli. Una storia che è lievitata nei saperi alti e che ha gonfiato le bandiere di quanti sfidano le oppressioni, le emarginazioni, le negazioni, in nome della più compiuta dimensione dell’uomo: la libertà materiale e spirituale. Giganteggiando nella storia, Spartaco si fa spirito dei tempi, luce nelle oscurità oppressive, lampo nei gesti rivoluzionari e sovente anche nelle esplosioni di collera popolare contro le rozze prepotenze dei potentati locali. Penso, tra l’altro, ai cameroni dei deportati dal fascismo nelle isole di confino dove, uno di loro, immagina lo spirito di Spartaco alla testa delle ondate rivoluzionarie. Ho rintracciato tra le mie vecchie carte  un foglio sgualcito dal tempo con sopra la succinta annotazione: “I canti di Spartaco”.  Sono canti che, parodiati sulle arie delle canzonette in voga, venivano cantati dai deportati nei pochi momenti di svago nelle lunghe ore serali dando alla coralità uno struggente senso di malinconica nostalgia per la libertà negata. I canti di Spartaco si alternavano con i più noti canti della protesta, della speranza, della testimonianza. Ne ricordo uno che evoca lo spirito di Spartaco aleggiare nei moti rivoluzionari che dalla Russia zarista arriva nel cuore dell’Europa tanto che – dicono i versi modulati sull’aria della Leggenda del Piave – “valicò gli urali e il Cremlino/ e giunse fino a Monaco e Berlino/ qui sventolando la bandiera rossa/ diede il segnal della riscosse/ e cadde, ma di notte sulla Sprea/ qual immenso la salma falò risplendea”. Lo spirito di Spartaco che sfidò la potenza di Roma in nome della libertà, ha attraversato i secoli ed è entrato nei contesti del lavoro umiliato, della fame mai saziata, delle soggezioni escludenti, della miseria che spezza le esistenze umane, del mondo inquieto dei dimenticati senza nome e senza storia. In questi contesti di vite negate, la fiamma spartachiana non si spegne mai e prende forme che coinvolgono, nel contempo, realtà nazionali e ambiti familiari. Primeggia, in questo contesto, la lega spartachista tedesca che salda il pensiero rivoluzionario di Rosa Luxenburg e Karl Liebknecht, assassinati  da alcuni ufficiali del nascente nazismo, al nome di Spartaco. In molte famiglie quel nome fascinoso entra come testimonianza di fedeltà al sogno di emancipazione. Molti figli di militanti dei moti rivoluzionari vengono chiamati col nome che ricorda il giovane pastore, il soldato disertore, il capo militare, il combattente intrepido, il condottiero che cade e subisce il supplizio. E si ravviva nell’immaginazione degli uomini liberi il tragico scenario dei seimila legni con appesi i corpi degli sconfitti che sta nella storia come memoria di quanto, qualche secolo dopo, avverrà per un ribelle nelle alture del Golgota.

                                                              ***

   Tracce di questa storia divenuta leggenda, sono vive e palpitanti nel paziente, accorto, partecipato racconto ordinato, per immagini e parole, in questa pagine. James Fantauzzi si è improvvisato, con indubbia maestria, storico e disegnatore. Non so dire quali siano i criteri che hanno stimolato l’autore a far rivivere un gigante del gesto ribelle in queste pagine dalle modulazioni che hanno il sapore fresco ed immediato delle narrazioni infantili. E non so dire neanche se è più la parola ad esplicitare l’immagine o l’immagine a mettere le ali alle parole. Posso dire con certezza – questo sì – che vi è un accorto dosaggio tra parola e immagine le quali insieme concorrono a dar senso di compiutezza espressiva ad un evento tanto lontano a misura di storia e tanto vicino alla nostra quotidiana vita di relazione. Si è lungamente dissertato sul senso della rivolta per cercare in essa le connotazioni della rivoluzione. E si è detto, col soccorso della storia, che mentre la fame genera collera e rivolta, sono le ingiustizie, le umiliazioni, la negazione della libertà a generare pensieri e gesti rivoluzionari. E quando aneliti di libertà e morso della fame si congiungono, la miscela divampa tra moltitudini di emarginati i quali, rivendicando il proprio spazio nella storia, incendiano un momento di vita perché partorisca il futuro. Nel contesto della rivolta spartachiana deve essere accaduto qualcosa del genere. E il segno che ha lasciato nella storia è stato talmente profondo da lievitare fino alle moderne rivoluzioni.

                                                              ***

   La figura dell’eroe ribelle che straripa nella pubblicistica, nei canti popolari, nella filmografia - e che tra l’altro ha impegnato il genio creativo dello scultore Louis-Ernest Barrias il quale gli ha dedicato un marmo esposto nel Giardino delle Tuileres di Parigi immaginandolo crocifisso per la via Appia – deve aver esercitato un fascino particolare su Giuseppe Bifolchi, nato a Balsorano, lo stesso paese dove è nato l’autore di questo originale racconto “a fumetti”. Giuseppe Bifolchi ha dedicato alla figura e alle imprese di Spartaco un volume che dà la misura di quanto profondo sia stato l’interesse per uno schivo che, in nome della libertà, organizza un esercito di schivi e sfida la potenza di Roma. A leggere il volume si ha sensazione che Bifolchi cerchi nella figura di Spartaco motivi ideali da correlare alle sue scelte di combattente per la libertà. Il volume è scritto con gli impulsi del cuore e le meditazioni della mente: un incontro fecondo che fa dell’amore per la libertà un lievito delle scelte ideali e dell’impegno politico. Sono queste le ragioni che spingono Bifolchi - figlio della terra balsoranese che ha conosciuto da ragazzo il mondo della doppia povertà che colpisce lo stomaco e nega il sapere – ad andare oltre. Ha dato alle sue idealità libertarie il supporto dell’agire politico, della cospirazione antifascista, dell’affinamento culturale nel confino coatto tra il fior fiore della intellettualità della contestazione, dell’impegno militare partecipando, con le armate internazionali, alla difesa della giovane e sfortunata Repubblica Spagnola aggredita dalla reazione franchista e clericale. Ho avuto il privilegio di conoscere Peppino Bifolchi quando, dopo la caduta del fascismo, fu il primo sindaco del suo paese in una Italia che riprendeva faticosamente il cammino verso la democrazia. Lo ricordo come uomo dai  sorrisi appena accennati, sempre pensoso, con nel volto i segni di una espressione severa. Con quel sigaro sempre in bocca mi appariva come il tipico contadino abruzzese, asciutto, forte, con addosso la sordità di una società chiusa agli ardori della libertà e della giustizia e il cruccio di una diffusa  povertà rassegnata a rimanere, come diceva un antico canto di protesta, nella eterna condizione di plebe  “tradita e maledetta”. Peppino era uomo di poche parole, succintamente scandite, molto pensate. Parlava poco di se stesso, delle sue esperienze politiche oscillanti tra un anarchismo di coloritura romantica e un repubblicanesimo che auspicava quale sbocco statuale nell’imminente referendum istituzionale. Lo incontravo presso lo studio dell’avvocato Pietrantonio Palladini, ad Avezzano, figura eminente del socialismo marsicano, perseguitato, confinato antifascista, con il quale intratteneva  rapporti di una amicizia maturata sulla scia dei comuni vincoli ideali e illuminata da grande affetto. Speravo sempre in qualche più diffusa narrazione del suo passato, ma mi dovevo accontentare di  laconici accenni alle prospettive dell’Italia del tempo dei nostri incontri. Maturai, col tempo, la convinzione che la riservatezza sulla sua esperienza, era un dato del suo carattere: un certo pudore per non dare la pur minima sensazione di voler trarre profitto di considerazione e di materiale interesse dal suo passato antifascista. E ad un attento lettore delle pagine che Giuseppe Bifolchi ha dedicato alla figura di Spartaco, non può sfuggire come, insieme al taglio storico, egli abbia voluto cercarvi una lezione per nobilitare la grande utopia libertaria che unisce tra di loro quanti sognano una società di giusti e uguali.
                                                                                                      

Romolo Liberale





Prefazione “epica” del grande e compianto Romolo Liberale. Analisi profonda e “senza tempo” del mitico Spartaco e delle sue gesta che hanno rischiato di piegare la Repubblica romana. Ho letto il fumetto e devo dire che il marsicano Fantauzzi James ha creato dal nulla un vero e proprio capolavoro “storico”. Immagini accattivanti e convincenti anche se, a mio modesto parere, con troppe scene violente e crude non adatte ai bambini. Peccato, quest’opera poteva avere una funzione pedagogica. Assolutamente da leggere.

Laura C.

Tratto da:

http://www.terremarsicane.it/node/25146

4.0 su 5 stelle




Anonimo Anonimo ha detto...
Romolo, un esempio di vita da seguire.

15 febbraio 2013 00:13
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Anonimo Giovanna Paponetti ha detto...
Liberale, sei l'incarnazione della cultura marsicana nel mondo. Sei un mito!!!

07 marzo 2013 04:23
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Anonimo Anonimo ha detto...
Viva Giuseppe Bifolchi e viva Romolo Liberale! è bello che Fantauzzi sia anch'egli di Balsorano e unito a Giuseppe Bifolchi da Spartaco.
Andrea D'Emilio, Pescara

30 luglio 2013 11:47
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Blogger Spartacus trax ha detto...



Addio Romolo... piango per la tua scomparsa e spero che da lassù potrai incontrare Spartaco il quale, sono convinto, ti abbraccerà.

J.F.

28 ottobre 2013 02:44
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Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Prefazione di Romolo Liberale sul fumetto Spartacu...": 

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